“Abbiamo fatto un lavoro importante con tutti i sindaci di tutti gli schieramenti politici per convincerli ad aprire centri di accoglienza nei propri comuni”

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la Repubblica (edizione di Bari) intervista il presidente dell’Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari, su ciò che si sta già verificando nel Cara della capoluogo pugliese, dove “da 400-500 persone si è passati a 600 ospiti“.

Che sta succedendo?, chiede la Repubblica.

Risponde il sindaco: “Scadono i contratti per tutti i Centri di accoglienza straordinaria distribuiti nei piccoli centri e non vengono rinnovati: così dagli Sprar e dai Cas dell’ hinterland i migranti vengono trasferiti nel Cara di Bari, che si ingrossa. Quando sono diventato sindaco c’ erano quasi 1.900 persone ospitate nel Cara, pian piano negli anni la struttura si è svuotata a favore di un modello faticosamente costruito: quello dell’ accoglienza diffusa dei migranti. Abbiamo fatto un lavoro importante con tutti i sindaci di tutti gli schieramenti politici per convincerli ad aprire centri di accoglienza nei propri comuni, adesso siamo punto e a capo: si torna alla concentrazione in grandi centri come il Cara di Bari”.

Come ultima domanda, la Repubblica chiede: Cosa ha chiesto al ministro dell’ Interno?

Risposta: «Di rivedere la posizione sull’ eliminazione del percorso di accoglienza diffusa e sulla cancellazione della protezione umanitaria, che aumenterà gli irregolari».

latinatoday.it riferisce che il gruppo consiliare Latina Bene Comune ha annunciato la presentazione in Consiglio comunale di una mozione sulle conseguenze del decreto immigrazione sul territorio. In Commissione Welfare del Comune si è già evidenziato, da parte dei consiglieri Luisa Mobili e Emanuele Di Russo, come il decreto sia “un colpo durissimo che destabilizza e compromette gli equilibri di quei territori che avevano avviato percorsi virtuosi e diffusi attraverso il sistema per richiedenti asilo e rifugiati detto Sprar”.

Dai Comuni si continua a sottolineare il ritardo della pubblicazione delle graduatorie per i nuovi Progetti Sprar, presentati nei primi mesi del 2018 e che dovevano essere pubblicate dal Ministero dell’Interno a luglio scorso. L’assessore alle Politiche Sociale del Comune di Lanciano Dora  Bendotti : «Da mesi siamo in allerta sull’ apertura di uno Sprar in città, dopo aver portato avanti una procedura molto articolata e complicata. Tutto però è ancora in stand-by.” . E sul decreto: «Sono preoccupata perché da un sistema di accoglienza si torna ad un sistema emergenziale. Gli Sprar godono di un apparato complesso e molto attento e soprattutto davano ai Comuni la possibilità di stabilire un tetto massimo al numero di migranti da poter accogliere, che il Comune di Lanciano aveva stabilito in 90 richiedenti asilo. Con i Cas si torna alla gestione in emergenza e si ridà la possibilità alle prefetture di decidere quanti migranti accogliere, persone che sarà impossibile tracciare e controllare come sarebbe avvenuto invece con lo Sprar. La politica di Salvini è fortemente incoerente: da un lato si dichiara contro l’ immigrazione e dall’ altro favorisce il ritorno ad una gestione incontrollata e incontrollabile». Lo riferisce ilcentro.it

Su L’Arena arriva la risposta del sindaco di Fumane (Verona) Mirco Corrado Frapporti alle critiche del consigliere di opposizione Giuseppe Bonazzi, che aveva voluto informare la cittadinanza della delibera comunale per l’acquisto di un auto nell’ambito del progetto Sprar. Dice il sindaco: “Ricordo che è proprio con il progetto Sprar che il Comune ha la possibilità di acquistare la macchina del valore di circa trentamila euro che sarà usata per il servizio Sprar ma anche per il trasporto, con volontari, degli anziani e dei disabili come “pulmino della salute”». Scrive L’Arena: “Frapporti ricorda inoltre che a fine progetto la vettura rimarrà nella disponibilità totale del Comune con beneficio per tutti”.

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