Riqualificazione urbana, ad Arnesano e Copertino i richiedenti asilo e rifugiati si prendono cura della città

Buone Storie

Ad Arnesano, un comune di circa 4mila abitanti in provincia di Lecce, rifugiati e cittadini si prendono cura della città. “Siamo scappati dai nostri paesi in guerra. Non abbiamo nulla se non il nostro lavoro e la nostra buona volontà. Abbiamo deciso di metterci al servizio di questa comunità per ringraziarla di averci accolto ed aiutato nei momenti più difficili della nostra esistenza”, racconta un rifugiato accolto nel progetto Sprar della città. E’ questo lo spirito che anima l’iniziativa arnesano_puliziastradapromossa dal progetto di accoglienza che ha visto la partecipazione attiva di 21 rifugiati e richiedenti asilo del centro Sprar nella cura del verde urbano e nella manutenzione degli spazi pubblici della città. Armati di decespugliatori, scope, palette, carriole e tanta buona volontà i rifugiati e richiedenti asilo si sono impegnati a ripulire le aiuole e a potare i cespugli presenti nei parchi della città. L’intervento si inserisce all’interno di un corso di formazione per la riqualificazione professionale dei rifugiati finalizzato a formare operatori addetti alla manutenzione del verde.
Ma non solo cura del verde pubblico e non solo Arnesano, le attività hanno riguardato anche la riqualificazione e il recupero di un’area urbana del Comune di Copertino (Lecce). In questa area i residenti, organizzati in un’associazione chiamata Vico Serpe, e i rifugiati del progetto Sprar si sono impegnati nel recupero e riqualificazione dell’area: laddove prima sorgeva una discarica, è nato infatti un parco dedicato alla legalità. In particolare i beneficiari dello Sprar hanno realizzato i muretti a secco (uno tra gli elementi più caratterizzanti della campagna pugliese) che circondano il parco dopo aver frequentato un corso di formazione ad hoc. “E’ stato un laboratorio molto interessante poiché durante l’attività di costruzione del muretto sono nate delle relazioni di mutua conoscenza tra i beneficiari ed il quartiere. Nel quartiere, prima ostile verso i rifugiati, abbiamo registrato una importante inversione di tendenza”, spiega soddisfatta la responsabile del progetto.
Sempre a Copertino è nato anche uno spazio di street art all’interno del Laboratorio urbano giovanile (LUG) della città attualmente gestito da una cooperativa di rifugiati, che hanno concluso il loro percorso all’interno dello Sprar e che ha sede all’interno di una ex scuola materna di proprietà comunale. “Durante lo svolgimento del laboratorio – racconta la responsabile del progetto – i beneficiari Sprar sono stati ‘adottati’ dalle mamme del quartiere che portavano loro dolci e torte”. Anche in questo caso l’incontro e la conoscenza reciproca è servita per superare le iniziali diffidenze.

Dal Rapporto – Atlante Sprar 2015

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