Difendere il sistema Sprar. Accoglienza diffusa è la strada maestra

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«L’accoglienza diffusa è la strada maestra». Così il presidente della Camera Roberto Fico rispondendo ai sindaci presenti al convegno “L’immigrazione come risorsa per la comunità, politiche di buona accoglienza” , svoltosi ieri alla Camera a cui ilfattoquotidiano.it dedica una cronaca (con video intervista a Damiano Coletta, sindaco di Latina, e qualche battuta del presidente Fico).

«La richiesta al presidente della Camera Roberto Fico, partita da amministratori locali e associazioni durante il convegno “L’immigrazione come risorsa” è stata unanime: difendere il sistema Sprar […], di fronte alla stretta prevista dal decreto Salvini su immigrazione e sicurezza, già approvato in Consiglio dei ministri e presto in arrivo in Parlamento».

Voluta dal Presidente della Camera in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, presenti la sindaca di Chiusano D’Asti, Marisa Varvello, e il sindaco di Latina, Damiano Coletta, la conferenza  «si è aperta con un lungo applauso rivolto al sindaco di Riace Domenico Lucano, il cui sistema d’accoglienza e integrazione è stato definito da più parti, anche in Europa, come un modello». (qui sulla web tv della Camera il  video della conferenza).

Sempre  ilfattoquotidiano.it  dedica una riflessione sulla posizione politica del Presidente Fico: «il presidente della camera scelga lasciare i 5stelle o essere foglia di fico». Scrive il quotidiano «Bagno di realtà alla Camera per il presidente Roberto Fico, impegnato nel convegno “L’immigrazione come risorsa per la comunità, politiche di buona accoglienza”. […] Negli stessi momenti, da un’altra parte, in periferia, nella Roma amministrata dalla sindaca Virginia Raggi (5stelle, lo stesso partito di Fico) vigili urbani e polizia procedono allo sgombero del presidio, 30 rifugiati, di via Scorticabove: ruspe e tutti in strada. Modi spicci, come piacciono all’alleato di governo, capo della Lega e vice premier Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno che, in concorso con i 5stelle, ha di fatto cacciato le barche di soccorso delle ong dallo Stretto di Sicilia».

Diverse testate hanno ospitato articoli, fondi, dichiarazioni, in occasione della giornata di ieri, 3 ottobre,  Giornata nazionale in ricordo delle vittime dell’immigrazione.

articolo21.org ospita un fondo di Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa, che dopo aver ricordato ciò che in questi anni è stato realizzato (legge la legge contro il caporalato, suo minori non accompagnati) ricorda anche ciò che non è stato fatto: «Non si riformava, però la Bossi-Fini, non si riformava la legge sulla cittadinanza, non si pianificava una rete articolata di accoglienza sul territorio nazionale, rendendo lo SPRAR un meccanismo agevole e conveniente per i Comuni, ma proliferavano CAS improvvisati, alimentando affari e malaffare attorno alla gestione dei Centri».

Su La Sicilia, la dichiarazione di Medici per i diritti umani «Registriamo un preoccupante deterioramento della tutela dei migranti che fuggono in Italia per sfuggire a situazioni drammatiche che vivono nei loro villaggi e nei loro Paesi». E sul decreto:”il decreto depotenzia gli Sprar, che hanno ben operato e offrono più servizi, a vantaggio degli inefficaci Cas. E questo aggrava ulteriormente la situazione».

corriereadriatico.it e il ilpescara.it, citando il lancio d’agenzia di France Presse (un vero e proprio articolo) sul tema immigrazione e il caso Riace, riportano le dichiarazioni dei sindaci delle città di Prato e Montesilvano, presentate come eccellenti esempi di buon funzionamento degli Sprar.

Il caso Riace continua a essere presente sui quotidiani di oggi.

Sempre sul Corriere della Sera (e su corriere.it) un fondo di Goffredo Buccini che in conclusione scrive: «Invece, con buona pace di molta intellighenzia di sinistra, Lucano ha inferto – magari con le migliori intenzioni – al sistema dell’accoglienza da lui stesso propagandato nel mondo un colpo dieci volte più duro di quanto avrebbero saputo fare mesi di propaganda sovranista. Scegliere senza controllo né criteri oggettivi quale migrante aiutare va benissimo per un privato cittadino volenteroso ma apre voragini di ingiustizia sotto la scrivania di un sindaco. La solidarietà senza legalità diventa caos e arbitrio. Dalla storia di Riace, comunque vada a finire, usciamo tutti più deboli e più poveri».

Il Corriere della Sera dedica anche una pagina intera dal titolo «Amo più la giustizia della legalità» e prova a fare il punto tra procura e gip.

ilfattoquotidiano.it commenta con un articolo dal titolo «Mimmo Lucano non siete d’accordo con lui, l’integrazione però farebbe comodo a tutti»; ildubbio.news dedica una pagina intitolata «arrestato il sindaco di riace mimmo lucano l’accusa aiutava i profughi»; milantoday.it annuncia la manifestazione pro Lucano a Milano di sabato 6, in concomitanza con quella di Riace; ildispaccio.it riferisce del sostegno da parte del Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci; www.rassegna.it riporta la posizione del Coordinamento Immigrazione della CGIL Emilia Romagna; wired.it ospita una riflessione sull’irripetibilità dell’esperienza di Riace.

Su posizioni “assolutorie” Il Dubbio online ricorda «Le accuse smontate dal gip. Ma una parte significativa dell’ordinanza è dedicata alle accuse da cui tutto ha preso le mosse, fortemente criticate dal gip, secondo cui gli investigatori non avrebbero trovato riscontri, talvolta in maniera anche superficiale. Sull’affidamento diretto dei servizi di accoglienza, ad esempio, il giudice parla di “vaghezza e genericità del capo di imputazione”, tale da non essere idoneo “a rappresentare contestazione provvisoria alla quale validamente agganciare un qualsivoglia provvedimento custodiale”. Il solo riferimento a “collusioni ed altri mezzi fraudolenti che avrebbero condotto alla perpetrazione dell’illecito si risolve in formula vuota, ossia priva di un reale contenuto di tipicità”. Non ci sarebbe dunque modo di capire, dalle mille pagine di richiesta presentate dalla Procura, quali motivazioni avrebbero sorretto l’ipotetica scelta di affidare i servizi senza alcuna procedura negoziale. E il giudice si spinge oltre, parlando di “errore tanto grossolano da pregiudicare irrimediabilmente la validità dell’assunto accusatorio”, laddove la Procura ipotizza l’acquisto di derrate alimentari non destinate agli immigrati e utilizzate per fini privati, con rendiconto di costi fittizi per ricevere dal ministero dell’Interno oltre 10 milioni di euro. Ma la Guardia di Finanza ha quantificato come illegittime tutte le somme incassate, senza considerare “l’effettivo svolgimento da parte di tali enti del servizio loro assegnato”, evidenziato invece dal gip. Una “marchiana inesattezza”, aggiunge Di Croce, secondo cui “gran parte delle conclusioni cui giungono gli inquirenti appaiono o indimostrabili, perché allo stato poggianti su elementi inutilizzabili (…) o presuntive e congetturali o sfornite di precisi riscontri estrinseci”. Giudizio simile formulato nel caso dell’accusa di aver firmato 56 determinazioni di liquidazione false per il rimborso dei costi di gestione dei servizi Cas e Sprar. Insussistente anche la più grave delle accuse, quella di concussione: Lucano e Fernando Capone, presidente dell’associazione “CIttà Futura”, secondo la Procura avrebbero abusato della propria posizione per costringere il titolare di un esercizio commerciale a predisporre e consegnare fatture false per 5mila euro. Ma “gli inquirenti – scrive il gip – non hanno approfondito con la dovuta ed opportuna attenzione l’ipotesi investigativa”, fidandosi delle parole del commerciante che avrebbe dovuto essere ascoltato in presenza di avvocato, in quanto indagato -, le cui dichiarazioni non sono mai state dimostrate. Una “persona tutt’altro che attendibile”, sentenzia il giudice. Che elimina anche dubbi sulla malversazione: i soldi dell’accoglienza, non sarebbero stati usati per “soddisfare interessi diversi da quelli per i quali erano corrisposti”. Una tesi “non persuasiva, poiché congetturale”».

Su posizioni invece accusatorie La Verità che scrive: «a Riace non c’è soltanto una “gestione allegra” dell’accoglienza, che non c’è soltanto “amore” sparso a profusione. Facciamo un paio di esempi, tanto per capirsi. Secondo la Procura, Domenico Lucano e altri indagati, ovvero i gestori dei vari centri di accoglienza, avrebbero prodotto “indebite rendicontazioni al Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e alla Prefettura di Reggio Calabria (Cas) delle presenze relative a immigrati non aventi più diritto a permanere nei progetti”. In questo modo, le varie associazioni si sarebbero procurate “un ingiusto vantaggio patrimoniale pari ad euro 2.300.615”. In particolare, a trarne beneficio sarebbe stata l’Associazione Città Futura, di cui Lucano sarebbe, nei fatti, il dominus”.  E ancora: “Ai progetti Cas e Sprar sarebbero stati addebitati “costi fittizi” per “carburante, pagamento bonus, borse lavoro, prestazioni occasionali, fatture per operazioni inesistenti”. E conclude: “Certo, sotto inchiesta finisce un individuo, non un intero sistema. Eppure, è molto difficile separare Lucano dal meccanismo che ha creato. Il “modello Riace” non è un’ottima idea gestita male. Se non fosse stato gestito così, probabilmente, sarebbe crollato prima. E, in ogni caso, non ha prodotto né integrazione né altro. Semplicemente, ha concesso a un po’ di gente di restare nei centri di accoglienza più a lungo del dovuto, e ha dato lavoro a un bel p o’ di associazioni e operatori dell’accoglienza. Fatta così, la disobbedienza civile è piuttosto comoda».

Nelle stesse pagine de La Verità parla anche il Procuratore D’Alessio, che ribadisce:  «indebite rendicontazioni al Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e alla Prefettura di Reggio Calabria (Cas) delle presenze relative a immigrati non aventi più diritto a permanere nei progetti».

Altro genere di notizie su La Stampa che riferisce che la Regione Piemonte, tramite il suo assessore Monica Cerutti «ha inviato una lettera a tutti i responsabili degli Sprar del Piemonte, sindaci e sindache, e al presidente dell’Anci regionale, invitandoli a un incontro giovedì 11 ottobre alle 12,30, nel palazzo della Regione in piazza Castello, per discutere dei possibili effetti della normativa. “Cosa capiterà al sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati in Piemonte (Sprar) dopo l’approvazione del decreto Salvini su immigrazione e sicurezza?” Questa la preoccupazione che ha espresso la Regione Piemonte».

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